DALL' "AMORE" PER LA MACCHINA ALLA "SOCIETÀ' DI PROTEZIONE DELLE MACCHINE"
Nell'articolo Il primo mobilio italiano futurista', Arnaldo Ginna rileva che « l'uomo tende a farsi servire più che può dalla macchina perché le cose da farsi sono ben più numerose di una volta », e nota i lati pressoché « umani » della macchina, utilizzata per i suoi mobili, « scaturiti come sempre dalle idee fondamentali futuriste: di ultramodernismo originale, di igiene, di eleganza, di emozione sintetica ».