Manifesto del Futurismo Elettronico

la macchina sociale

Premessa: qui ero molto giovane Non mi rispecchio più in diverse cose, tipo il patriottisto, specialmente, in momento in cui l' identità culturale nazionale è fortemente minacciata. In quell' epoca l' emergenza non era così marcata.

Nuvole di fumo si ergono sulla polvere passatista.

Noi non vogliamo esaltare la guerra, il militarismo, il patriottismo (inteso come chiusura estrema verso il diverso), il gesto distruttore.

Vogliamo esaltare il dinamico progresso dell'umanità nella ricerca di se stessa, attraverso le scoperte, la cultura, affrontando le ingiustizie e le ipocrisie, le superstizioni e credenze bigotte della propria epoca.

Vogliamo esaltare l'arte come principale strumento novatore sociale, vogliamo che essa riesca a scuotere le coscienze sopite dall'oblio della mercificata cultura di massa, che crea nuovi miti soltanto per creare nuovi bisogni.

Vogliamo opporci all' autoreferenzialità e all'anti-meritocrazia di coloro che si barricano dietro a una istituzione ,una scrivania,una cattedra, un titolo , uno status, e si permettono di osteggiare , deridere, sfruttare, chi ha capacità novatrice, talento , idee.

Noi non vogliamo distruggere i musei, ma vogliamo togliere la polvere e le ragnatele dall'arte che vi è racchiusa , liberandola , attualizzandola, portandola attraverso l'etere, i cavi elettrici, gli schermi, e qualunque altro strumento che consenta la riproduzione dell'opera stessa innanzi al mondo intero ,ad un pubblico quanto più esteso possibile, perchè essa finalmente risponda nuovamente agli obiettivi per i quali era stata creata: l'intrattenimento, il gioco, la comunicazione sociale, la pubblicità .

Non vogliamo bruciare i libri, vogliamo invece essere in grado di sfogliarli ancora, ed estrapolarvi nuovissime suggestioni visive e acustiche.

Noi vogliamo imbrigliare le nuove tecniche digitali e andare a sfruttare tutte le magie plastiche e luminose che esse offrono, rifuggendo gli stereotipi costituiti nell'immaginario collettivo, andando a creare uno stile del tutto nuovo, emozionante, dinamicissimo, multiforme.

Vogliamo catturare l'istante dinamico dell'emozione, ed estenderlo nel tempo e nello spazio, e in qualunque altra dimensione che la tecnica renderà possibile.

Claudio Castelli , 16 maggio 2006

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